il sito a potenzialità nivoglaciale
Colombano
al Monte Legnone

a cura di R.Scotti (SGL)


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2007

 

Complice un aprile caldissimo l'innevamento al 10 maggio è largamente deficitario, le poche valanghe visibili non interessano la conca del nevaio. (R.Scotti)

 

 

Il 16 giugno la neve si ritira nelle tre conche di magior accumulo, quella più a valle rappresenta il nevaio del Colombano. Immagine dalla vetta del Legnone. (V.Sciaresa)

 

 

Doppia immagine dall'alto e dalla fronte, l'estensione della neve è simile rispetto allo stesso periodo del 2006, lo spessore sembra leggermente maggiore quest'anno. Come si nota dall'immagine in alto la neve è perfettamente portante e difficilmente intaccabile 7 luglio 2007.  (S.Losa)




Il 25 luglio il nevaio perde circa 1 - 1,5 m di spessore rispetto al 7 luglio. Nonostante tutto la superficie e la densità della neve permettono già di lasciare qualche piccola speranza per la sopravvivenza del nevaio fino alla nuova stagione di accumulo.  (R.Scotti)





Grazie anche ad una piccola nevicata il giorno 9, il nevaio resiste anche nel mese di agosto. Le dimensioni appaiono modeste ma conentono di alimentare le speranze per la sua sopravvivenza. Immagine del 24 agosto dalla Cima di Finale. (R.Scotti)

 

 

Il piccolo nevaio subisce una modesta riduzione dal 24 agosto all'8 settembre comunque visibile anche a distanza. Immagine scattata dalla croce dell'Alpe Poverzone.  8 settembre 2007 (R.Scotti)

 

Dal 26 al 29 settembre una intensa perturbazione porta circa 75 cm di neve fresca sul nevaio. Si chiude così con un paio di settimane di anticipo la stagione di ablazione per il nevaio, grazie alle basse temperature di settembre il nevaio ha superato la stagione. foto del 28 settembre 2007  (R.Scotti)






Il 20 ottobre Marco Fransci "Puntel" e Paolo Dego effettuano un rilievo conclusivo. La neve di fine settembre è scomparsa a causa delle altissime temperature di inizio ottobre. Gli ultimi accumuli però riescono a proteggere la chiazza di neve  residua nascosta  dalla neve recente.

Al di sotto delle neve settembrina viene evidenziata la superficie residua del nevaio che quindi supera incredilmente la stagione di ablazione 2007, una delle più penalizzanti di sempre per i Ghiacciai lombardi. Quest'anno il Colombano è uno dei pochissimi siti glaciogeni attivi della regione. 
Le sue dimensioni sono di rica 30 x 15 m per uno spessore massimo di circa 1,5-2 m. (M.Fransci)




La neve fresca  maschera il residuo nevoso che sembra già essersi traformato in firn o addirittura in ghiaccio. Una valutazione della densità è impossibile a causa della grande resistenza meccanica dell'accumulo fvorita dalle basse temperature. Sulla sinistra il masso/ometto costruito per sostenere una palina ablatometrica di bambù piazzta nell'ottobre del 2005 e distrutta dalle valanghe.  (M.Fransci)

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